Il settore dei trasporti, come tanti altri, non sta attraversando uno dei suoi momenti migliori. Però in questo caso il principale colpevole non è la crisi, ma il lavoro sommerso e la concorrenza sleale. Il concetto di “lavoro sommerso" riguarda le attività retribuite di per sé legittime ma che non vengono dichiarate alle autorità pubbliche.
Già alcuni anni fa il tema fu trattato dalla Commissione Europea nella COMUNICAZIONE DELLA COMMISSIONE SUL LAVORO SOMMERSO del 1998. Il settore dei traslochi, insieme a quello dei alvori domestici e della costruzione, risulta infatti uno dei più danneggiati dall'esistenza del lavoro sommerso. Oggi, con la particolare congiuntura economica in cui ci troviamo, sono in molti quelli che cercano di fare qualche soldino extra con attività collaterali alla propria, nonostante non sia nel loro settore e che sia illegale. In genere si tratta di privati che utilizzano il proprio veicolo per realizzare trasferimenti ad un prezzo molto più basso che una compagnia di traslochi legale, ovviamente senza alcun tipo di garanzia o assicurazione.
Queste imprese “pirata" pregiudicano molto i professionisti del settore che, a causa di ciò hanno dovuto abbassare sostanzialmente i prezzi, senza però diminuire il livello di sicurezza e i costi dell'assicurazione in caso di danni o furto, riducendo notevolmente il margine di profitto.
Alcuni Stati europei hanno diffuso campagne d'informazione sui rischi dell'assunzione di lavoratori in nero. In Francia per esempio, con lo slogan “non ti muovere in nero se non vuoi passare notti in bianco!", sono state realizzate campagne d'informazione al fine d'incoraggiare le persone a usare manodopera dichiarata per lavori di costruzione e traslochi.